Telecom Italia si scalda in Borsa con ipotesi Cdp, ingresso con una quota fino al 5%
Torna in primissimo piano a Piazza Affari Telecom Italia, che guadagna oltre il 3% e sale in vetta al Ftse Mib. A scaldare il mercato sono le ultime indiscrezioni stampa che vedono Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) pronta ad entrare nel capitale di Tim con una quota fino al 5 per cento. Una decisione che sarà al centro del consiglio di amministrazione straordinario della Cassa guidata da Claudio Costamagna convocato per oggi. Secondo quanto riferisce “Il Messaggero“, il cda “dovrebbe approvare l’ingresso nel capitale di Tim con una quota tra il 2% e il 5%: ai valori attuali l’impegno sarebbe di 550 milioni di euro”. L’operazione, prosegue ancora il quotidiano romano, avviene quale “intervento di sistema su indicazione del Governo Gentiloni, in sintonia con i ripetuti solleciti giunti da Lega e Cinquestelle”. Il via libera all’operazione sarebbe arrivato ieri da Palazzo Chigi.
Per Vivendi si apre così un nuovo fronte, dopo l’ingresso a inizio marzo del fondo attivista americano Elliott, che secondo quanto riportato dalla stampa avrebbe arrotondato la propria partecipazione, portandola al 10% (le ultime comunicazioni ufficiali indicano la quota di Elliott in Tim al 5,74%).
I fronti aperti sono numerosi e la situazione si sta sempre più ingarbugliando. I francesi di Vivendi, che hanno una quota pari a quasi il 24% in Telecom Italia, starebbero cercando di andare al contrattacco dopo l’azione del fondo guidato da Paul Singer e dell’accordo di queste giorni tra Sky e Mediaset. In queste ore, spiega ancora “Il Messaggero”, i legali sarebbero al lavoro per presentare un possibile ricorso di urgenza ex articolo 700 del codice di procedura civile contro la decisione del collegio sindacale di Tim che ha imposto l’integrazione dell’ordine del giorno dell’assemblea del 24 aprile con la nomina dei sei consiglieri indicati dal fondo Usa. Una corsa contro il tempo visto che il ricorso dovrà essere approvato dal board di Tim convocato per il 9 aprile. Il cda di lunedì prossimo, ha ricordato la società in una nota diffusa ieri, si riunirà “per esaminare tale integrazione, alla luce delle motivazioni rese disponibili dal collegio sindacale, e assumere ogni opportuna iniziativa al riguardo”.
Il tutto in vista di due assemblee del gruppo guidato da Amos Genish: quella del 24 aprile e la successiva del 4 maggio. Questa data è stata confermata ieri da Tim che ha scritto: “l’assemblea ordinaria del 4 maggio 2018 è stata regolarmente convocata in seguito alle dimissioni della maggioranza dei consiglieri, con all’ordine del giorno il rinnovo dell’intero board che avverrà con il voto di lista stabilito dall’art. 9 dello Statuto sociale”.
Intanto ieri hanno tenuto banco le dichiarazioni dell’a.d. Amos Genish. In una intervista a “Les Echos” ha sottolineato che “Vivendi, al contrario di Elliott, ha una visione di lungo termine su Telecom Italia ed è un partner industriale. “Elliott – prosegue Genish – non potrà bloccare l’assemblea del 4 maggio durante la quale si affronterà progetto contro progetto. In ogni caso, Vivendi, presenterà una lista di candidati per il cda che sono certo piacerà agli investitori”.